23/07/2005 Texte

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Attentats de Charm-El-Cheïkh

(ANSA) - ALGERI, 23 LUG – ‘’Siamo ormai entrati in una guerra mondiale che non conosce frontiere. Dovremo abituarci ad un ritmo sostenuto di attacchi che colpiranno piu’ paesi. Il mondo pagherà cara l’estensione della corrente jihadista e ‘takfirista’ (che condanna a morte chi, musulmano o no, venga considerato apostata perché non segue i precetti dell’Islam), e pagherà cari i suoi errori per averla per tanto tempo compresa, per aver chiuso gli occhi’’.

E’ l’inquietante analisi del direttore dell’Osservatorio dei paesi arabi Antoine Basbous, raggiunto per telefono dall’Ansa dopo gli attentati che la notte scorsa hanno seminato la morte a Sharm-el-Sheikh, la località balneare nel Sinai finora considerata al sicuro dalla minaccia terrorista. A rendere possibili le bombe di Sharm, secondo Basbous, ‘’e’ stata un’alleanza tra i terroristi che sono chiaramente riusciti ad infiltrarsi’’ in barba alle pur imponenti misure di sicurezza, ‘’e i beduini che forniscono loro le armi, proprio come hanno fatto a Taba’’. Ovviamente in cambio di denaro perché ‘’i beduini cercano sempre il denaro e la pioggia. Il denaro l’hanno avuto, ora aspetteranno che Allah mandi la pioggia’’.

‘’Il copione di Sharm, prosegue, ricorda peraltro quello dell’attentato a Taba'', rivendicato dallo stesso gruppo, le ''brigate del martire Abdallah Azam'': ''un attacco centrale (all’hotel Hilton allora, il Ghazala a Sharm) e altri periferici  meno importanti’’. E anche la scelta della data e’ legata alle bombe che il 7 ottobre 2004 fecero 34 morti (tra cui Jessica e Sabrina Rinaudo di Dronero in provincia di Cuneo) e 157 feriti nella localita’ al confine con Israele : domani, spiega Basbous, riprende ad Ismailia il processo contro i tre egiziani accusati per le esplosioni di Taba. Apertosi il 2 luglio, il processoe' stato rinviato al 24 su richiesta degli avvocati della difesa secondo cui gli imputati erano stati torturati per estorcere loro una confessione.

Si tratta, continua Basbous, di una delle quattro ‘’coincidenze con le quali i terroristi hanno voluto far coincidere l’agenda di Osama bin Laden con quella egiziana interna : oggi e’ l’anniversario della rivoluzione egiziana, oggi Hosni Moubarak deve annunciare la candidatura per un quinto mandato, ed e’ a Sharm che il presidente egiziano ha concentrato la sua attivita’ internazionale e dove riceve i dirigenti arabi’’ ma anche gli americani e gli israeliani.

Sharm, dunque, e’ diventato un po’ il simbolo della ‘apostasia’ del governo egiziano che continua ad avere un posto privilegiato nel mirino dei terroristi, che il 7 luglio, mentre le bombe seminavano la morte a Londra, giustiziavano l'ambasciatore egiziano a Baghdad, Ihab el Sherif. ‘’Si puo’ parlare di una guerra civile islamica ?’’, gli chiediamo. ‘’No, non ancora, questa e’ una guerra mondiale perche’ colpisce dove puo’, dalla Mauritania all’Egitto, all'Algeria, con il sequestro dei due diplomatici ad opera di Al Qaida e certamente della filiale in Iraq del Gruppo salafita per la predicazione e il combattimento, ancora attivo in Algeria. Ma e’ ancora settaria, intestina, clandestina, condotta dalla corrente jihadista e takfirista che ha giurato di colpire tutti quelli che non seguono il buon Islam’’. Tafkir, spiega, vuol dire ‘’decretare che una persona o un gruppo sono apostati perche’ hanno abbandonato l’Islam e quindi sono condannati a morte’’.

Una guerra civile islamica ''significa che c’é un movimento popolare’’ contro i regimi al potere che, sottolinea ‘’non sono comunque difendibili perche’ corrotti, repressivi delle libertà’’. ‘’Finche’ in questa guerra mondiale i jihadisti non avranno accesso alle armi non convenzionali, il tributo che tutti i paesi nel loro mirino pagheranno sarà molto alto ma, al limite, sopportabile…’’, conclude Basbous, ‘’ma cosa succederà se si doteranno di armi di distruzione di massa ?’’.

OBSERVATOIRE DES PAYS ARABES
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