22/02/2006 Texte

pays

<< RETOUR

Libia, non integralismo ma protesta sociale

di Antonella Tarquini)

(ANSA) - ROMA, 22 FEB - Le ragioni della crisi scoppiata in questi giorni a Bengasi ''vanno ricercate nel profondo malessere sociale di una citta' da sempre in rotta con Tripoli e non sono dovute ad una recrudescenza dell'integralismo islamico, che il colonnello Gheddafi ha eliminato negli anni '90 a raffiche di mitra''. E' il parere di Antoine Basbous, direttore dell'Osservatorio dei paesi arabi da lui fondato, per il quale la manifestazione di venerdi' scorso contro il consolato generale d'Italia a Bengasi ''e' stata voluta da Gheddafi ed e' poi sfuggita di mano alle forze dell'ordine''.

In Libia, dice all'Ansa il politologo d'origine libanese autore di numerosi libri tra cui ''L'islamismo, una rivoluzione abortita', pubblicato in Italia, dopo la sanguinosa repressione durata fino a pochi anni fa ''gli integralisti non sono piu' strutturati tanto da poter riprendere forza, e mettere seriamente in pericolo il regime del colonnello''. ''Non e' escluso, ovviamente, che elementi fondamentalisti si siano infiltrati nelle manifestazioni di questi giorni per alzare il tiro dei disordini. Ma ritengo che si sia trattato soprattutto di un'esplosione della collera di giovani frustrati di una citta', Bengasi, che non ha mai aderito alla politica di Gheddafi, che si e' sempre sentita non amata e anzi trascurata da Tripoli in tutti i campi a cominciare dagli aiuti finanziar che a Bengasi arrivano con il contagocce impedendo progresso e sviluppo''.

Basbous e' convinto che la manifestazione di venerdi scorso contro il consolato generale d'Italia sia stata voluta da Gheddafi per non essere accusato di ritardo dai colleghi arabi nell'ambito della contestazione contro le offese occidentali all'Islam, e sia poi sfuggita di mano alle forze dell'ordine. La Libia, ricorda, e' stato il primo paese arabo a chiudere il 29 gennaio la sua ambasciata a Copenaghen, e il giorno dopo ha deciso il boicottaggio dei prodotti danesi. Il 2 febbraio l'Unione degli studenti libici ha organizzato un sit in davanti alla missione diplomatica danese a Tripoli, e tutto cio' ''e' avvenuto sotto il controllo del regime''. Al fatto che poi ''Calderoli ha acceso la miccia'', Basbous aggiunge l'ipotesi che Gheddafi si sia irritato per la promessa fatta da Berlusconi al premier libanese Fouad Siniora, in visita a Roma il 15 febbraio, di cooperare con Beirut nell'inchiesta sulla scomparsa dell'imam sciita libanese Moussa Sadr, sparito nel 1978 in viaggio tra Tripoli e Roma. Gli sciiti sostengono che l'imam fu rapito in Libia per ordine di Gheddafi e il colonnello, secondo Basbous, ''non gradisce che si ritiri fuori la vicenda''.

Quella di venerdi' 17 febbraio, prosegue Basbous, e' stata ''una manifestazione falsamente spontanea (perche' organizzata da Gheddafi assieme ai Comitati popolari) contro l'Italia, che e' diventata realmente spontanea quando da un centinaio i manifestanti sono diventati un migliaio, prendendo alla sprovvista la polizia''. ''Da protesta antiitaliana e' diventata una protesta contro tutti, contro Gheddafi, il primo ministro libico, la Bulgaria per la vicenda delle infermiere bulgare accusate di aver infettato quasi 500 bambini di Bengasi con il virus dell'aids, Israele''. E' stata, per Basbous, l'esplosione di una intera citta' che non vede futuro, e non ''opera di un risorgente movimento integralista dopato, come molti hanno detto, dalla vittoria di Hamas in Palestina''. (ANSA).

OBSERVATOIRE DES PAYS ARABES
twitter   |